Dipinti
I quadri di Adon Brachi
I dipinti raccolti in questa pagina sono, a nostro parere, i più significativi di ciascuna epoca a cui si riferiscono.
Una raccolta più estesa, la più completa possibile, dei quadri di Adon Brachi, nonché delle altre opere dell'Artista, è disponibile sul sito Web https://oldsim.wixsite.com/adonbrachipittore che vi invitiamo a visitare.
Prima del 1960 - Le immagini quotidiane
Non abbiamo notizia di dipinti di Adon Brachi precedenti gli anni cinquanta . Era nato alla fine del 1923 e visse la guerra da adolescente, vi partecipò, per sua fortuna, al margine, quando ormai la tragedia era compiuta e, come tanti italiani, tornò appena possibile nella sua città.
Figlio di operai, fu operaio lui stesso. Si mise al lavoro nelle industrie tessili della sua Prato che si ricostruiva, materialmente e moralmente. Fra i venticinque ed i trent'anni dunque ebbe i primi contatti col mondo dell'arte cittadino, ed i primi insegnamenti degli artisti più esperti ed informati che frequentò nel tempo libero dal lavoro.
Fabbriche, casamenti, campagne urbanizzate, interni di case popolari - allegrate da qualche raro fiore - furono le immagini quotidiane del suo mondo ed oggetto di introspezione e modelli per esercitare le sue prove incipienti di pittore.
Si aggiunga qualche scorcio marino, intravisto nella prossima Versilia e qualche rara presenza umana, perlopiù familiare. Eccoi temi dei primi dipinti.
Ma, subito, Brachi vuol trascendere dall'uso della grafica e della pittura per superficiali finalità rappresentative. L'immanenza dell'oggetto è centrale nella composizione, le linee sono geometriche e pure, i colori riflettono la crudezza dei materiali e la pacatezza, pure anche la severità, degli ambienti.
Si potrebbe dire che un anelito metafisico ispira le prime opere, che anche risentono, senza assumerla come dogma, della lezione cubista.
Dal 1960 al 1970 - Astrattismo lirico
Dal 1970 al 1980 - Neonaturalismo
Gli anni settanta vedono la maturità dell'espresione pittorica di Adon Brachi. Le sue opere varcano i confini della Toscana ed i critici d'arte cominciano ad interessarsi al suo lavoro.
Alcuni di essi - Elvio Natali e Salvatore Maugeri, in special modo - seguono da vicino le vicende della pittura di Brachi e le sue esposizioni.
Essi rilevano, nei quadri di Brachi degli anni settanta, uno "stile" che lo accumuna ad altri pittori di lui coevi e conterranei, tutti amici, ispirati dalla stessa atmosfera ma ciascuno a suo modo restituendo nell'opera pittorica i propri sentimenti e le proprie personali vedute.
Con Brachi, si citano Sergio Fiaschi, Lucia Mazzoni, Mario Mordini, Anna Sanesi, Primo Tamagnini. Ad essi si attribuisce la definizione "pittori del neonaturalismo pratese".
Per Brachi il "neonaturalismo" è lo sviluppo logico della sua ricerca di astrazione che non rinuncia all'emozione né al perenne omaggio alle istanze della natura a cui l'uomo soggiace sia con dolore, sia con dolcezza.
I suoi dipinti accentuano l'equilibrio delle forme, di ispirazione naturalistica, ed ampiano, rispetto alle opere precedenti, le campiture di colore, sempre più mondato dai grovigli di tinte prima fosche e tormentate.
In quel decennio Brachi svolge coerentemente il suo tema, quasi una tesi, fatta dai capitoli segnati da ciascun dipinto, da ciascuna della sue esposizioni. La pittura di Brachi evoca veramente, in questo periodo, quella " .....armonia compositiva ....mozartiana gioia di vivere." che in essa fu rilevata già, all'inizio del decennio, da Giuseppe Vannucchi in una sua recensione.
Dal 1980 al 2000 - Nec plus ultra
Alla soglia dei sessant'anni, Brachi perviene alla sintesi delle sue esperienze pittoriche e formali. Non più alla ricerca di nuovi moduli espressivi, ma sempre impegnato a dare alle sue opere la forza della compiutezza e la freschezza dell'equilibrio.
Sempre sensibile ai messaggi di una natura oramai presente più nell’immaginario e nella memoria che nella sua vita quotidiana, Brachi non sfugge agli stimoli che pure gli vengono dalle contingenze delle umane vicissitudini.
Le superfici risultano animate, secondo il suo stile, ormai consolidato, nel gioco dei piani e dei colori. La dominante verde resta il suo marchio di fabbrica, nelle sue innumerevoli varianti e nuances. Gli accenti caldi, gialli, rossi, a volte bianchi, ritmano ed illuminano la composizione. Alcuni spazzi sono come allagati da azzurri marini o celesti, in fuga verso l'infinito.
Fino ai settant'anni Brachi purifica e stabilizza i suoi dipinti, sfuggendo all'ansia di produrre in eccesso e preferendo rimettere sul cavalletto opere compiute ma a che a lui paiono essere ancora perfettibili.
Oltre i settant'anni subentra nel pittore un sentimento di appagamento che gli consente di dare vita ad opere ancora più sublimate e serene, mondate da ogni velleità di protagonismo, animate, come sempre, soltanto dall'amore per la pittura che Brachi trasmette alle sue tele.
La personale del 2002, nei locali della Questura di Prato, presenterà le migliori delle sue opere di questo periodo di massima compiutezza nell'arte di Adon Brachi.
La pittura di Brachi non evolverà più al di là dei risultati prodotti nell'ultimo ventennio del secolo XX.
Dal 2000 alla morte - 2009 - Fine di partita
Dal 23 Novembre al 13 Dicembre 2002, nei locali della Prefettura di Prato, le ultime opere di Adon Brachi furono esposte nel contesto di una vasta “2a Rassegna degli Artisti Pratesi del ‘900”.
Fu quella l'ultima occasione che il pubblico ebbe di considerare l'evoluzione del "modus operandi" di Brachi che era venuto via via affinandosi ed ammorbidendosi, senza cadere nella sdolcinatura, anzi risuonando più intensamente con le istanze societali ed individuli del nuovo secolo che si apriva.
Brachi, coscente che il suo tempo stava svanendo col vecchio secolo, non volle tentare inutilmente le nuove avventure espressive delle arti figurative che già si erano largamente delineate, al dilà della tela ed al dilà del colore. Lascio' questo ad altri, più giovani, alcuni dei quali hanno tenuto alto il valore dell'arte figurativa.